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# 7 BODYSHAPING

di Giulia Bottalico e Antonio Pastore

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Non respiro, non è la mia crisalide a togliermi aria, ma il vostro sguardo. Non sento più il mio corpo, le vostre parole stringono più di mille strati adesivi.
Guardatemi girare, sappiate riconoscere un moto di rivoluzione. Guardate cosa mi avete fatto fare, immolata, agnello sacrificale, e il mio sangue cola tiepido dalla mannaia lungo il vostro braccio.
Osservate e non guardate. Non sono qui a vendermi, ma a prestarmi, in cambio voglio una parte di voi, voglio i vostri occhi e ciò che nascondete dietro di essi.

“Il mio corpo nudo non è pornografico, è lo sguardo il macellaio”.

Ivana Pia Lorusso e il pubblico trasformano Voga Art Project in un tempio, 3 adept3 in religioso silenzio, mentre l’artista cambia la forma del proprio corpo, lo delinea, lo censura.
Le riprese sono vietate fino al termine della metamorfosi, non è un processo che può essere fermato e registrato nel tempo.

La performer inizia dal basso a ricoprirsi, pian piano, come mummificandosi, di nastro isolante. Piede destro, gamba destra, piede sinistro, gamba sinistra, braccio destro. Ha bisogno d’aiuto, ecco che arriva un’altra artista in suo soccorso, braccio sinistro, torace.

È fatta, il suo corpo è stato riformato, è stato nascosto, la metamorfosi è avvenuta.

Resta solo prendere posto sul trono, su una piattaforma rotante che permette sia al pubblico di seguaci di osservare minuziosamente ogni angolo di plastica della figura dell’artista, sia a Ivana Pia Lorusso di guardare negli occhi dei partecipanti, uno sguardo fermo, serio, quasi anonimo, privo di caratteri proprio come adesso è la sua forma.

Immolandosi nel rito sacrificale, ha raggiunto uno stadio superiore: rappresenta le conseguenze di uno sguardo sessista, che sessualizza e oggettifica, ma adesso, è tutto buio.

[Ivana Pia Lorusso, Bodyshaping / Bari, 14 novembre 2023 – Voga Art Project / foto di Serena De Mola]



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