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#1 Ivo Dimchev, il ribaltamento della (mia) idea di concerto

di Giulia Bottalico

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Il palco è spoglio. La scena è vuota. Perché? 
Ma soprattutto: perché me lo sto domandando?


Nell’arte, siamo spesso abituate ad assegnare un valore (forse) eccessivo al contorno. Così, l’assenza di una scenografia mi preoccupa e un po’, almeno all’inizio, mi delude.

Quando Ivo Dimchev entra in scena, le mie sensazioni si ribaltano. 
Dimchev ha una voce. Dimchev è una voce. 
Mi accorgo che questo è sufficiente. È grande.

Ivo tiene il palco come pochi. 
Ironico, auto-ironico, coinvolgente, malinconico, emozionante, provocante.
Ci tiene in pugno. Gli occhi sono tutti per lui.
Non c’è modo di distrarsi, nemmeno per controllare le notifiche del proprio smartphone.

Ci divertiamo. Balliamo. Ci interroghiamo.
Ivo canta e supera gli ostacoli.
Le canzoni d’amore hanno un altro vestito, come in I-CURE e Travelling light

Dimchev sfida i tabù con la musica. Come in Slut – che parla apertamente del piacere sessuale e di un rapporto che non ha o non deve avere, per forza, basi romantiche [“not because I love you but because I want you and I wanna use you as my slut”] – e in Clit in the sky, una vera e propria ode femminista in cui Ivo si rivolge alle donne esortandole a liberarsi dal possesso degli uomini perché si è più belle quando si è proprie. Tutto è nuovo, diverso. Negli episodi più malinconici, qualcosa di Anthony and the Johnsons riecheggia nell’atmosfera.

Anche il sound dell’artista bulgaro sorprende: resta difficile da classificare perché sfida le regole della musica leggera. Il formato canzone tradizionale è superato: niente strofe alternate dal refrain, al centro della melodia; Ivo mette il refrain all’inizio, al centro e fine; le strofe cambiano, non si ripetono. Non è classica nemmeno la durata dei brani: alcune canzoni durano meno di tre minuti, altre superano questo limite, ma a chi importa?

Quando canta, Ivo fa cadere le barriere, che siano temporali, linguistiche o generazionali.

[Ivo Dimchev in concerto al teatro Kursaal Santa Lucia, evento di apertura del BIG – Bari International Gender Festival / Bari, 3 novembre 2023 / foto di Fabiano Lauciello]



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