© Copyright by BIGff | All rights reserved

#3 Perché piangere? Siamo vive, ed è sufficiente

di Antonio Pastore

///

Il mio corpo non è mai stato un’opera d’arte, mai stato una tela, nessun pennello ha accarezzato i confini che delimitano ciò che sono. 

Una parola non detta, un’idea geniale o stupida mai condivisa: c’è quanto di più si possa immaginare sotto strati di pelle che non sono mai stati tinti, che non si sono mai macchiati se non di un profondo intenso rosso. 

No llore ¿porque llorar? Nosotros estamos vivas, y eso es suficiente” 

(“Non piangere, perché piangere? siamo vive, ed è sufficiente”)

Essere vive basta, essere vive permette di condividere, seppur in parte censurate, le proprie esperienze e quelle di altre. 

Regina José Galindo apre la sua mostra con quattro installazioni audiovisive che hanno mosso, colpito, e scavato nel profondo della sensibilità di numerosi visitatori dell’ex tesoreria del palazzo di città.

Ho partecipato alla mostra sia in prima persona, che attraverso gli occhi di chi ne usciva, sguardi che spaziavano, sguardi che nascondevano dubbi, incertezze, ma altrettante sicurezze e nuove concezioni di cosa possa essere e rappresentare l’arte, l’arte di un corpo che si presta totalmente alla condivisione. 

Ogni figura che ci circonda è in sé una proiezione di ciò che è dentro, e allo stesso tempo di ciò che viene dagli occhi di chi la percepisce. 

La rappresentazione non dev’essere comoda, non deve adeguarsi ai gusti e non deve far altro se non essere ed esistere. Il dolore che pervade un corpo – sia esso fisico o meno – trova la sua massima espressione nella condivisione con il prossimo, nella denuncia. È questo che Galindo svolge: è questo il lavoro della sua opera, la denuncia di corpi privi di lingue, la denuncia di violenze a lungo impunite, se non (forse) nello spirito. 

La sentenza è stata revocata e la bocca anestetizzata, eppure la testimonianza si fa strada. La voce è più leggera, lo sforzo evidente, eppure le labbra comunque diffondono ciò che è stato. 

Ese dolor fue verdad. Yo lo viví.

[Regina José Galindo, La comida está fría / 7 novembre 2023 / Bari, palazzo Fizzarotti / foto di Fabiano Lauciello]



);